Poiché è sempre più diffusa, si sente spesso parlare di demenza, col rischio che oltre alla patologia, si diffondano anche i falsi miti su di essa.

Le convinzioni senza fondamento alimentano purtroppo la disinformazione e trasformano la demenza in un argomento tabù, facendo sentire ancora di più il peso dell’isolamento e dell’alienazione a chi ne soffre.

Ecco alcuni falsi miti sulla demenza:

  • Una diagnosi di demenza non ha alcuna utilità perché tanto non si può guarire.

Niente di più sbagliato! La diagnosi è importantissima perché permette di intervenire con terapie farmacologiche, che alleviano i sintomi, e con la riabilitazione cognitiva, che rallenta il decorso della patologia, con l’obiettivo di mantenere una vita di qualità il più a lungo possibile.

  • Diminuzione o perdita di memoria vuol dire avere l’Alzheimer.

L’amnesia è un sintomo che può avere altre cause oltre all’Alzheimer; non è detto quindi che chi manifesta un deficit di memoria abbia necessariamente l’Alzheimer. Per scoprirlo occorre rivolgersi a un neurologo.

  • Un membro della mia famiglia ha l’Alzheimer, quindi lo avrò di certo anche io.

Benché la predisposizione genetica aumenti la probabilità di sviluppare l’Alzheimer, soltanto il 5% dei casi ha cause genetiche. Pertanto, il fatto che un parente soffra di Alzheimer, non determina affatto lo sviluppo certo della patologia, la quale può sopraggiungere per altre cause.

  • La demenza fa parte del processo normale di invecchiamento.

Falso. Il processo di invecchiamento è fisiologico e comporta alcune modificazioni a livello cerebrale, ma permette di mantenere una certa stabilità a livello cognitivo. La demenza, al contrario, è una condizione patologica che implica il deterioramento cognitivo. Se fosse diretta conseguenza dell’invecchiamento, tutti gli anziani ne soffrirebbero; invece, solo una parte della popolazione si ammala di demenza dopo i 65 anni.

  • Se una persona non ha problemi di memoria, non ha una demenza.

Non tutte le forme di demenza intaccano la memoria; può accadere infatti che vengano colpite altre funzioni cognitive, come linguaggio e funzioni esecutive.

  • La demenza è la malattia degli anziani.

Poiché la probabilità di sviluppare la demenza aumenta con l’età, si è comunemente indotti a pensare che questa patologia colpisca solo le persone anziane. In realtà, in alcuni soggetti si verifica un esordio precoce della demenza (fra i 40 e i 50 anni).

  • Alzheimer e demenza sono la stessa cosa.

“Demenza” è un termine utilizzato per definire la presenza di un deterioramento cognitivo. L’Alzheimer è una forma di demenza, ma avere la demenza non significa necessariamente avere l’Alzheimer, in quanto, appunto, ne esistono varie forme, che si distinguono fra loro per le modalità di esordio, i sintomi e l’evoluzione. Pertanto, se una persona soffre di Alzheimer si può affermare che è affetta da demenza, ma non viceversa!

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