Immagine di un cervello in AI con mano che cerca di toccarlo. Conseguenze

L’ictus ha diversi nomi: apoplessia, ischemia cerebrale, insulto cerebrovascolare o stroke. Nonostante questa varietà di terminologie, la malattia è generalmente definita come un danno del tessuto cerebrale o di una sua porzione, dovuti a un insufficiente afflusso di sangue ad un’area del cervello.

Le cause possono essere svariate. La presenza di un trombo o un embolo ostruttivo all’interno di un’arteria cerebrale, la fibrillazione atriale, l’ipercolesterolemia, l’abuso di sostanze alcoliche e tanto altro. Per quanto riguarda, invece, le conseguenze, esse dipendono dall’estensione dell’ictus, dall’età del paziente e dalla tempestività dei soccorsi. In linea generale, però, possono essere riassunte quanto segue.

LE PRINCIPALI CONSEGUENZE

La fase acuta della malattia è la più delicata dal momento che porta, nella maggior parte dei casi, al decesso del paziente. Quest’ultima può avvenire o durante i primi minuti dell’attacco o nel corso delle settimane successive. Spesso si assiste ad un rigonfiamento intorno alle aree lese del cervello per effetto di un edema, riducendo ulteriormente il funzionamento delle aree cerebrali sane.

Superata la fase acuta, nella maggior parte dei casi si osserva un lento e graduale miglioramento delle condizioni. Questo non indica, però, che la persona colpita riacquisti al 100% le normali condizioni fisiche e mentali precedenti l’attacco. Il 15% viene, infatti, ricoverato in reparti di lungodegenza, il 35% presenta una grave invalidità e/o una marcata limitazione nelle attività quotidiane; il 20% necessita di assistenza per la deambulazione; il 70% non riesce a riprendere la precedente occupazione.

Ma questo non è tutto. In rari casi è possibile assistere a forme di perdita di memoria temporanee, perdita dell’uso della parola e problematiche a livello cognitivo – come non comprendere la propria condizione.

IL POTERE DELLA RIABILITAZIONE

A fronte di queste conseguenze così varie, la riabilitazione – fisioterapica e cognitiva – può rappresentare un valido aiuto. È però di fondamentale importanza che, il percorso riabilitativo, venga iniziato già durante la fase acuta.

I programmi sono specifici e si basano sulla situazione sociale del paziente – come prospettive di tornare a lavoro – sulla gravità dell’episodio, sulle possibilità di re-imparare alcune abilità e soprattutto sulla motivazione.

Solo grazie ad un programma continuativo e regolare, chi è stato colpito da un ictus può aumentare le proprie possibilità di recuperare tutte le abilità fisiche e cognitive.

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