Negli ultimi 2 anni la parola “tampone” è entrata a far parte del nostro vocabolario quotidiano. Il tampone, infatti, è uno dei mezzi più utilizzati per rilevare la presenza del virus Covid-19. Questo perchè le micro cellule del virus, tendono ad annidarsi nelle nostre cavità nasali. Cosa accadrebbe se allo stesso modo si potesse diagnosticare precocemente il Parkinson?

COME SI MANIFESTA LA MALATTIA

Per rispondere a questa domanda è necessario, anzitutto, spiegare come si manifesta la malattia. Il Parkinson, infatti, è la più diffusa malattia neurodegenerativa. Ed è caratterizzata da problemi del movimento dovuti a morte progressiva di neuroni. La morte è provocata da una proteina in particolare, chiamata alfa-sinucleina. Attualmente, la ricerca sta tentando di individuare dei farmaci in grado di bloccare la formazione di questa proteina. Nel mentre, però, l’ideale sarebbe disporre di un esame diagnostico precoce, da eseguire in una fase in cui non sono presenti ancora sintomi. In questo modo, si potrebbe  iniziare subito le terapie, fermando sul nascere i danni neurologici.

LA RICERCA E I RISULTATI

Da qui è nata l’idea di effettuare un tampone nasale, proprio come nel caso della ricerca del coronavirus. Ovviamente, nel caso del Parkinson, l’obiettivo è individuare gli accumuli dell’alfa-sinucleina presenti nelle narici delle persone. Lo studio, condotto tra Italia e Austria e coordinato da Gianluigi Zanusso dell’Università di Verona, ha portato a risultati promettenti. Risultati che sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Brain”. I ricercatori hanno eseguito un tampone nasale su 63 pazienti sani, ma con un disturbo del sonno famoso per essere associato alla comparsa del Parkinson.  Il medesimo tampone, poi, è stato effettuato su 41 pazienti malati di Parkinson e su 59 soggetti sani, facenti parte del gruppo di controllo. Dai risultati è emerso che il 44% dei soggetti a rischio di Parkinson, il 46% dei malati ed il 10% del gruppo di controllo siano risultati positivi al tampone. E, inoltre, gli studiosi hanno notato che la maggior parte dei pazienti positivi al tampone aveva anche disturbi dell’olfatto. Un altro sintomo della precoce comparsa della malattia.

 

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