Una mano di un robot e una di un umano che quasi si toccano

Robot. Un termine che oggi spaventa molti. Questa paura è aumentata soprattutto negli ultimi anni a causa di macchine sempre più “intelligenti”. Grazie, infatti, all’intelligenza artificiale (AI) è nata una branca della robotica – la robotica sociale – che si occupa dell’interattività tra uomo-macchina.

L’AI, con i suoi passi da gigante, aiuta moltissime persone per motivi molto diversificati tra loro. Bambini affetti da autismo, persone che soffrono di depressione e persino anziani con malattie neurodegerative. In quest’ultimo caso interviene NAO, un piccolo robot umanoide.

IL PROGETTO DEL ROBOT NAO AL PAESE RITROVATO DI MONZA

Con un’altezza di soli 58 centimetri, NAO è il primo robot progettato dall’azienda di robotica Aldebran. Nato nel 2006 per scopi di istruzione e ricerca, col passare degli anni ha iniziato a essere utilizzato anche come assistente presso aziende e centri sanitari. Con i suoi 7 sensori tattili, i 4 microfoni direzionali, il riconoscimento di più di 20 lingue e la piattaforma open source, si classifica come uno dei robot sociali più utilizzati al mondo.

Nel 2021, è stato avviato un progetto di supporto cognitivo per le persone affette da Alzheimer presso la residenza per anziani “Il Paese Ritrovato” di Monza. Il ruolo che ricopriva NAO era quello degli emotional toy, utilizzati come mezzo per creare atmosfere divertenti. Durante la sperimentazione, infatti, il piccolo robot raccontava storie, faceva indovinelli o descriveva ricette da ricordare. I residenti si sono trovati immediatamente a loro agio. Hanno iniziato a trattarlo come fosse un nipote, raccontandogli aneddoti e prendendosi cura di lui.

Quest’idea è nata da un primo utilizzo del robot in una struttura pediatrica. È stato notato come molti dei bambini affetti da deficit mentali e con problematiche di interazione, con NAO abbattessero le loro barriere. Da questa scoperta, lo spunto di traslare il progetto anche a persone di età più avanzata.

Ma dal punto di vista medico quali risultati sono stati raggiunti? L’umanizzazione del robot ha toccato il vissuto dei residenti e ha permesso di recuperare la memoria e le emozioni. Infatti, è stato osservato come anziani che facevano fatica a ricordare attività svolte di recente, conservassero il ricordo di quelle svolte in compagnia di NAO anche a distanza di 7-10 giorni! In più ha stimolato il senso della protezione, grazie alle sue sembianze tenere, e l’immaginazione.

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