Tutti conoscono l’Alzheimer come malattia. Ma in pochi sanno qual è la storia, o per meglio dire, l’uomo che si cela dietro a questo termine.

LAUREATO IN MEDICINA A SOLI 23 ANNI

Aloysius “Alois” Alzheimer è nato il 14 giugno 1864 a Markbreit, un piccolo paese nella Germania meridionale. Fin dalla giovane età, dimostra una spiccata propensione nei confronti delle materie scientifiche. Sotto consiglio del padre, decide di iscriversi alla facoltà di Medicina di Berlino, considerata all’epoca “la Mecca della Medicina”. Nel 1887, a soli 23 anni, grazie al suo impegno e alle sue ricerche sperimentali, viene proclamato dottore in Medicina.

L’INTERESSE PER IL CERVELLO

Fin da subito, le sue esperienze lavorative lo portano ad approfondire il suo interesse per la corteccia del cervello e le patologie della mente. In cerca di un luogo dove poter unire la pratica con lo ricerca, nel 1901 si trasferisce a Monaco di Baviera. Divenne l’assistente di Emil Kraepelin, il più famoso psichiatra di lingua tedesca dell’epoca. Insieme a lui organizzò e diresse un nuovo laboratorio per la ricerca sul cervello.

LA PAZIENTE AUGUSTA DETER

La vera svolta nella sua carriera di ricercatore arriva nel 1901, esattamente il 26 novembre. Infatti, in quel giorno, giunse alla clinica una signora di circa 50 anni: Augusta Deter. Alzheimer si rese subito conto di avere di fronte a sé un caso particolare e fondamentale per la scienza. La paziente, moglie di un impiegato delle ferrovie, non presentava anomalie dal punto di vista fisico, se non un’insufficienza di peso.

A livello comportamentale, invece, mostrava disorientamento, allucinazioni, perdita di memoria e difficoltà nella scrittura. Ma soprattutto agitazione che si manifestava sotto forma di violenza nei confronti degli altri ricoverati, agire senza una cognizione e vagare costantemente.

LA SCOPERTA DELLA MALATTIA

Subito dopo la sua morte, nel 1906, dall’autopsia notò l’atrofia del cervello ma soprattutto la presenza di depositi anomali nel tessuto nervoso, che oggi vengono considerati segni tipici della malattia. Dopo una serie di studi su altri casi, nel 1907 presentò i suoi risultati alla conferenza di psichiatria di Tubinga ma le sue idee non suscitarono molto interesse. Anzi, vennero accolte con dubbio e scetticismo.

Nel 1910, la teoria cominciò a diffondersi grazie a Kraepelin, che ripubblicò il suo “Trattato di Psichiatria” nel quale definì una nuova forma di demenza rilevata da Alzheimer, nominandola per l’appunto la “malattia di Alzheimer”.

GLI ULTIMI ANNI

Nel 1912 si ammalò durante un viaggio in treno in direzione Breslavia. Molto probabilmente venne colpito da un’infezione da streptococco che gli provocò una forte insufficienza renale. Dopo 3 anni, costretto oramai a letto, morì a soli 51 anni il 19 dicembre 1915.

 

 

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