Le cause della demenza non sono facili da individuare e in molti casi, a parte il fattore genetico (come nell’Alzheimer), non sono note. Tuttavia, vi sono dei fattori di rischio che aumentano l’esposizione a questa condizione patologica, tra cui lo scarso grado di socializzazione. Tale fattore si trasforma facilmente in isolamento e può avere conseguenze molto sfavorevoli, incrementando le possibilità di sviluppare una forma di demenza ma anche peggiorando i sintomi di chi già soffre di questa patologia.

EFFETTI DELL’ISOLAMENTO SULLA DEMENZA

Oltre a rappresentare un fattore di rischio da non sottovalutare, la solitudine agisce negativamente anche su chi già soffre di demenza. I risultati di una ricerca condotta dal gruppo di studio COVID-19 della SINdem, Associazione autonoma aderente alla Società Italiana di Neurologia per le demenze, hanno portato alla luce le conseguenze negative della quarantena, e quindi dell’isolamento, in un campione di 4.913 pazienti con un’età media di 78 anni affetti da varie forme di demenza.

Dopo soltanto un mese di lockdown si è verificato un peggioramento delle alterazioni psicologiche e comportamentali nel 60% dei casi. Tuttavia, in base ai tipi di demenza, alla gravità della stessa e al sesso dei pazienti, sono stati rilevati esiti differenti.

Con riferimento alle tipologie di demenza, si è verificato un maggior peggioramento comportamentale nei pazienti con Demenza a Corpi di Lewy (DLB) rispetto a quelli con Alzheimer. Inoltre, i sintomi predominanti sono stati:

  • ansia per la malattia di Alzheimer
  • disturbi allucinatori e del sonno per la DLB
  • wandering e disturbo dell’appetito per la demenza frontotemporale

Per quanto riguarda la gravità della patologia, è stato riscontrato un aggravamento dei disturbi d’ansia e dell’umore prevalentemente in condizioni lievi-moderate della demenza e in soggetti di sesso femminile affetti da Alzheimer. In presenza di condizioni più gravi sono emerse anche psicosi e aggressività.

EVITARE L’SOLAMENTO COME FORMA DI PREVENZIONE

Affinché l’isolamento non rappresenti un problema, è necessario evitare che si crei questo tipo di condizione. A seconda dei casi, l’obiettivo è:

  • prevenire la demenza in soggetti sani (prevenzione primaria);
  • rallentare il decorso della demenza in soggetti che ne presentano già i sintomi (prevenzione secondaria);
  • contenere il più possibile gli effetti negativi nelle fasi più avanzate della patologia (prevenzione terziaria).

La prevenzione può avvenire attraverso: attività ricreative, eventi di convivialità quali cene e pranzi, gruppi di sostegno, musicoterapia, e progetti vari finalizzati alla socializzazione.

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