Vassoio con burro d'arachidi

Diagnosticare precocemente malattie neurodegenerative come l’Alzheimer è, ad oggi, ancora molto difficile. Tuttavia, negli ultimi anni, si sono susseguiti una serie di studi che hanno scoperto nuovi metodi diagnostici del tutto particolari. Da wearable indossabili a videogiochi, dall’IA a del semplice burro d’arachidi. Proprio quest’ultimo, recentemente, ha suscitato non poco scalpore nel mondo della medicina grazie a un piccolo studio pubblicato sul Journal of Neurological Sciences.

IL TEST DEL BURRO D’ARACHIDI

Kenneth Heilman, professore di neurologia, lavorando ad alcuni test sulla sensibilità olfattiva, ha avuto l’idea di collegare burro d’arachidi e malattie neurodegenerative. L’odore, infatti, è associato al nervo cranico che è spesso uno dei primi elementi colpiti nel declino cognitivo. Il burro d’arachidi, invece, è catalogato come “odorizzante puro”, facilmente riconoscibile dal nostro cervello, a differenza di altre sostanze. Da qui l’idea di utilizzare questo prodotto per valutare lo stato cognitivo dei pazienti e individuare prematuramente malattie come l’Alzheimer.

I soggetti selezionati per il test sono stati suddivisi in due gruppi: un primo comprendente persone senza alcun problema cognitivo, un secondo con persone affette da Alzheimer. A ciascun partecipante sono stati fatti annusare 14 grammi di burro d’arachidi, una narice per volta e a distanze differenti. È stato riscontrato come i soggetti del primo gruppo fossero in grado di sentire l’odore del burro ad una distanza massima di 17 centimetri. Per quanto riguarda i pazienti affetti da Alzheimer la misura diminuiva fino a 5 centimetri.

Questa differenza è stata, però, riscontrabile solo nella narice sinistra. Perché? Principalmente dal momento che la rete olfattiva si trova soprattutto nella metà sinistra del cervello. Non solo, ma la differenza di distanza tra i due gruppi è facilmente spiegabile dal fatto che l’emisfero sinistro è colui che spesso peggiora più di quello destro nella malattia di Alzheimer.

PROSPETTIVE FUTURE DEL TEST

L’evidente differenza tra il primo e il secondo gruppo ha permesso ai ricercatori di stabilire che il burro d’arachidi possa essere utilizzato come test per individuare l’insorgere della demenza. Le sue potenzialità future sono notevoli: non solo permetterebbe di intervenire sulla malattia in maniera tempestiva ma il test può essere utilizzato anche da cliniche che non possono permettersi strumenti diagnostici costosi.

Al momento, però, non sono stati ancora eseguiti abbastanza esperimenti in questa direzione. Per questo motivo, ad oggi, il burro d’arachidi può essere utilizzato solo per confermare la diagnosi.

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