Quando si sente pronunciare il termine “demenza”, viene spontaneo pensare all’Alzheimer o al Parkinson. In pochi sanno, però, che esistono svariate forme di demenza. Molte sono del tutto sconosciute, o comunque molto rare. Altre invece, come la demenza a corpi di Lewy, piuttosto diffuse.

DA CHI PRENDE IL NOME?

La demenza a corpi di Lewy deve il suo nome al neurologo Friedrich H. Lewy, nato nel 1855 a Berlino. Nel 1912 scoprì, analizzando pazienti deceduti affetti dal morbo di Parkinson, alcuni depositi proteici. Questi accumuli di forma tondeggiante, presenti nella corteccia e nel tronco celebrale, vennero definiti in seguito “corpi di Lewy”. Hanno un ruolo negativo, poiché impediscono lo scambio dei neurotrasmettitori danneggiando così le cellule nervose. Non è ancora chiaro come e perché insorga. Non si conoscono neppure fattori di rischio evidenti. I corpi di Lewy sono gli stessi agglomerati della proteina alfa-sinucleina che si riscontrano nelle cellule del cervello dei malati di Parkinson.

CHI COLPISCE E COME?

La demenza a corpi di Lewy costituisce il 10-15% di tutte le forme conosciute di demenza. Per diffusione è al secondo posto subito dopo il morbo di Alzheimer e la demenza vascolare.
La demenza da corpi di Lewy colpisce, con la stessa incidenza, entrambi i sessi e, come la maggior parte delle demenze, insorge più frequentemente nelle persone dai 65 anni in su.

La sintomatologia è molto simile a quella delle altre forme di demenza. Si parla di problemi dell’attenzione e vigilanza e perdita di memoria. Ma anche difficoltà di giudizio e pensiero, allucinazioni visive e uditive. In comune con il morbo di Parkinson ci sono poi i problemi motori come la rigidità e i movimenti che mano a mano si rallentano. Infine confusione, depressione e disturbi del sonno.

Come la maggior parte delle demenze, anche quella a corpi di Lewy è una malattia neurodegenerativa dalla quale, in base alle conoscenze mediche attuali, non è possibile guarire. Tuttavia, esistono dei trattamenti non farmacologici capaci di ridurre la sintomatologia e migliorare le condizioni di vita degli individui malati, come la riabilitazione cognitiva.

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