Donna sul letto con una sveglia ad indicare il sonno

Dormire bene è fondamentale per la salute e il benessere mentale di ciascuno di noi. Un adulto, infatti, dovrebbe riposare almeno setto ore ogni notte, evitando il più possibile continui risvegli notturni. In questo modo, si riduce lo stress e si aumenta il livello di energia mentale.

Ma l’effetto benefico del sonno non è ascrivibile alla sola sfera psicologica. Durante il sonno, infatti, il corpo si riposa e il cervello elabora le informazioni acquisite durante la giornata, conservando quelle importanti ed eliminando quelle inutili. Questo comporta un miglioramento dell’attenzione ed un consolidamento della memoria.

Se dovessimo eliminare questo importantissimo beneficio, che cosa accadrebbe al nostro cervello? È quello che si sono domandati due studi, uno americano e uno cinese.

LA PRIVAZIONE DI SONNO E LA PAURA

Dei ricercatori americani hanno analizzato 150 adulti sani nel laboratorio del sonno suddivisi in quanto segue: un terzo a cui è stato chiesto di dormire in maniera regolare, un terzo a cui è stato chiesto di dimezzare le ore di sonno e il restante che è stato sottoposto alla privazione del sonno.

Ogni mattina, i soggetti hanno subito un condizionamento legato alla paura: sono stati presentati tre colori, due dei quali erano stati accoppiati con una leggera scossa. In questo modo, i partecipanti hanno imparato a distinguere il colore “sicuro” da quello “pericoloso”. I risultati di questo condizionamento sono stati osservati successivamente tramite risonanza magnetica.

Dall’analisi è emerso che tra i tre gruppi, coloro che avevano dormito solo per metà notte, mostravano una maggiore attività nelle regioni cerebrali associate alla paura. Al contrario, i dati dell’attività cerebrale del gruppo che non aveva dormito erano simili a quelli di chi aveva dormito normalmente. Questo ha suggerito che una notte di sonno limitato può avere effetti peggiori rispetto al non dormire.

LA PLEIOTROPINA E LE MALATTIE NEURODEGENERATIVE

Secondo quanto è emerso da uno studio cinese, la mancanza di sonno danneggia il cervello attraverso un meccanismo mediato dalla pleiotropina, una proteina protettiva implicata in molte malattie neurodegenerative. La perdita di quest’ultima, infatti, può provocare, a lungo andare, il rischio di andare incontro a malattie come l’Alzheimer.

In particolare, i ricercatori hanno valutato la capacità di alcuni animali di orientarsi in un labirinto e riconoscere nuovi oggetti dopo essere stati privati dal sonno regolare per due giorni. A quel punto sono state estratte le proteine presenti negli ippocampi e studiate. La pleiotropina è stata individuata come la proteina che diminuiva maggiormente con la mancanza del sonno. Da qui la conclusione che il rischio a lungo termine per chi non dorme a sufficienza è quello di andare incontro a queste patologie neurologiche.

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