La parola ha un valore intrinseco e necessita di essere tutelata

Inteso NON con un fine riabilitativo, l’Approccio Conversazionale e Capacitante (ACC) è uno stile relazionale che può essere adottato dal personale curante nel rapporto con i soggetti con Malattia di Alzheimer, con lo scopo di diminuire il tipico sentimento di frustrazione.

Utilizza tecniche conversazionali rielaborate con il nome di “Dodici Passi”. I primi Cinque Passi traggono le mosse dal Conversazionalismo e sono:

  • Non fare domande / Non correggere / Non interrompere /  Ascoltare / Accompagnare con le parole.

L’obiettivo è quindi sfruttare tecniche, come la restituzione del motivo narrativo e la risposta in eco. I secondi Cinque Passi invece consistono nel:

  • Rispondere alle domande / Comunicare anche a gesti / Riconoscere le emozioni /  Rispondere alle richieste / Accettare che faccia quello che fa.

Per quanto riguarda gli ultimi due passi, questi appaiono piuttosto simili all’ideologia del gruppo degli Al-Anon (i familiari degli alcolisti) e sono:

  • Accettare la malattia / Occuparsi della propria salute.

L’ACC vede il medico non solo come un professionista della diagnosi e della riabilitazione, ma innanzitutto una persona che interagisce con il paziente con il proprio stile conversazionale, influendo sull’ espressione sintomatologica della malattia del paziente. Il paziente non è considerato soltanto un malato ma, al pari del medico, una persona con una propria storia, vissuti ed opinioni, che può conservare a lungo la competenza a comunicare e a prendere le decisioni che lo riguardano.

Da diversi studi è emerso che l’ACC riduce le anomie, aumenta la produzione verbale e favorisce la partecipazione del paziente al dialogo. Sostenere una conversazione con una persona affetta da demenza risulta essere, grazie a questa tecnica, notevolmente vantaggioso!

 

Beatrice

http://www.mysolutionpost.it/archivio/organizzare-lo-studio/2013/10/conversazione-umana.aspx

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