Due donne - un medico e una paziente - che si tengono per mano

L’ictus è definito come una malattia cerebrovascolare acuta causata dall’improvvisa chiusura o rottura di un vaso sanguigno che irrora l’encefalo. La mortalità può arrivare fino al 30% dopo un mese dall’evento e fino al 50% a distanza di un anno, con picchi maggiori nelle forme emorragiche rispetto a quelle ischemiche. Solo il 25% dei pazienti che sopravvivono ad un ictus guarisce completamente, mentre il 75% è costretto a convivere con una forma di disabilità più o meno grave.

Tra gli elementi che possono aumentare il rischio di incorrere in un ictus vi sono lo status socioeconomico e l’età. Al terzo posto, però, si trova il genere. È quanto scoperto da uno studio pubblicato su Neurology.

I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO DI GENERE

Non solo l’ictus colpisce di più le donne, ma quest’ultime sopravvivono con una qualità di vita peggiore rispetto al genere opposto. Questo è quanto scoperto dalla dottoressa Cheryl Bushnell, professoressa associata di neurologia al Wake Forest Baptist Medical Center in North Carolina. Nello studio sono state analizzate 1.370 persone colpite da ictus – uomini e donne di età compresa tra i 56 e i 77 anni – paragonando la loro qualità della vita. Ciò che è emerso è che il genere femminile, già dopo 3 mesi dall’episodio, provava livelli più elevati di dolore, disagio, ansia e depressione. Similitudini sono state riscontrate anche a un anno di distanza dall’evento.

Ad aumentare poi il rischio di ictus nelle donne, giocano un ruolo fondamentale i fattori di genere ormonali, genetici e metabolici. Tra i principali si annoverano:

  • Uso della pillola anticoncezionale: il rischio aumenta del 5% nel caso di contraccettivi ad alto contenuto di estrogeni e progesterone;
  • Ciclo mestruale: il menarca o la menopausa precoci rientrano nei principali fattori di rischio;
  • Fumo: si tratta di uno dei fattori di rischio più pericolosi per la maggior parte delle malattie dell’essere umano. In questo caso è particolarmente problematico se associato a cure con estrogeni e progesterone.
  • Emicrania con aura – un particolare tipo di emicrania preceduta da sintomi neurologici: l’eventualità di incorrere in un ictus aumenta di 30 volte se associato a fumo e contraccettivi.
  • Gravidanza: durante i 9 mesi il rischio di ictus può aumentare fino al 30% e raddoppia durante il parto.
  • Fibrillazione atriale – un tipo di aritmia cardiaca: le donne ne sono maggiormente affette, soprattutto in età anziana. Aumenta di 5 volte la probabilità di insorgenza dell’ictus. Per questo motivo è raccomandato eseguire degli elettrocardiogrammi di controllo in maniera regolare.

L’ICTUS GIOVANILE NELLE DONNE

Anche nel contesto dell’ictus giovanile, la situazione rimane invariata: le più colpite sono donne. È quanto scoperto da una review pubblicata su Stroke basata sull’analisi congiunta di 19 studi sull’ictus datati tra il 2008 e il 2021.

Complessivamente l’incidenza di ictus ischemico è risultata superiore nelle donne di età inferiore ai 35 anni. Anche nella fascia 35-45 anni è emersa una tendenza a una maggiore insorgenza di ictus ischemico nelle donne, ma la differenza tra i due gruppi è risultata non significativa.

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