PROGETTO SCHIZO

Progetto di Riabilitazione Cognitiva in pazienti Schizofrenici


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Realizzato presso l'Azienda Ospedale Universitario San Luigi Orbassano (TO). Hanno partecipato alla progettazione dello studio ed alla stesura di questo protocollo: Prof. Mauro Adenzato, Prof. Rocco Picci, Dott. Marco Cavallo, Dott.ssa Federica Trivelli.

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Le disfunzioni cognitive sono comuni nella schizofrenia e altamente disabilitanti poiché influiscono sull’autonomia e sul funzionamento sociale dei pazienti schizofrenici. Le principali aree cognitive deficitarie includono: attenzione, funzioni esecutive, memoria di lavoro, memoria verbale, coordianzione psicomotoria e capacità di apprendimento. In letteratura i danni neuropsicologici sono stati associati sia alle problematiche psicosociali tipiche della malattia, sia agli scarsi miglioramenti che si ottengono inseguito a programmi di riabilitazione. Questi deficit sono presenti fin dall’esordio della malattia, sono resistenti agli effetti degli antipsicotici tipici e atipici e persistono con l’avanzare dell’età (Green et al 2000; Kurtz et al., 2005). Attualmente si ritiene che riuscire ad agire sulle disfunzioni cognitive sopra elencate permetta di ottenere dei benefici nel funzionamento sia personale che sociale dei pazienti schizofrenici (Green, 1999; Penadés et al., 2006; Regland et al., 2007; Kurtz et al., 2008; Penadés et al., 2010). A tal proposito in letteratura sono descritti numerosi programmi di riabilitazione cognitiva effettuata con pazienti schizofrenici, ma gli effetti di quest’ultimi sul funzionamento psicosociale dei pazienti sono controversi (Dickinson et al., 2010; Kurtz et al., 2007). Secondo alcuni autori (Poletti et al., 2010; Cavallaro et al., 2009) tuttavia è stato possibile accertare che la riabilitazione cognitiva è efficace laddove associata ai comuni programmi riabilitati. Ai normali esercizi carta-matita, negli ultimi dieci anni, grazie al progredire della tecnologia informatica, si sono affiancati programmi di riabilitazione cognitiva supportati da computer; tale tecnologia comporta numerosi vantaggi tra cui la possibilità di ottenere esercizi altamente strutturati ma nello stesso tempo flessibili e con la possibilità di feedback immediato (Kurtz et al., 2007).

L’idea di base che gli interventi neuro-cognitivi è di migliorare i processi cognitivi attraverso l’allenamento delle funzioni danneggiate (Demily and Frank, 2008, Poletti et al., 2010) o permettere al cervello di attivare meccanismi di compensazioni grazie all’aumento delle funzioni risparmiate (Demily and Frank, 2008; Reeder et al., 2006; Raffard et al., 2009). Diversi studi hanno messo in evidenza che la ripetizione di un esercizio diversifica le aree cerebrali coinvolte nell’esecuzione del suddetto compito. Applicando tale metodologia è possibile affermare che i deficit cognitivi in pazienti schizofrenici possono essere trattati attraverso la ripetizione di esercizi che vanno a stimolare le aree cerebrali danneggiate.

IPOTESI DI LAVORO

In seguito all’analisi delle evidenze scientifiche sopraccitate, l’Università degli studi di Torino Facoltà di Medicina e Chirurgia in collaborazione con L’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano, la Brainer s.r.l. e la Facoltà di Psicologia sta elaborando un progetto di ricerca finalizzato allo studio delle ricadute cognitive, psicologiche e sociali conseguenti all’allenamento cognitivo effettuato tramite l’utilizzo del software Brainer Professional in pazienti schizofrenici frequentanti i centri diurni della ASL TO3. Le ipotesi di lavoro individuate successivamente all’analisi della letteratura sono:

  1. il training cognitivo computerizzato migliora le prestazioni ai tests cognitivi proposti prima e dopo l’intervento?
  2. è possibile rilevare qualche influenza del training sulle variabili psico -sociali non direttamente trattate durante il training ma rilevanti per il paziente (Es. abilità di Theory of Mind, di funzionamento sociale)?

Lo studio ha previsto una valutazione neuro-psicologica, psicopatologica, del funzionamento e della teoria della mente; inoltre si sta prendendo in considerazione la possibilità di effettuare un assessment di neuroimmagine strutturale e/o funzionale.

CAMPIONE DI RIFERIMENTO

Il campione è composto da circa 30 pazienti affetti da schizofrenia in fase stabile di malattia da almeno 6 mesi. I soggetti sono stati assegnati casualmente al gruppo di ricerca che ha svolto gli esercizi del software BrainerProfessional tre volte alla settimana per un totale di 3 mesi, oppure al gruppo di controllo che non ha svolto il trainig cognitivo ma effettuerà le normali attività previste dal centro diurno. Un ulteriore gruppo di controllo è costituito da pazienti non affetti da schizofrenia ma omogenei per variabili socio –demografiche, che hanno svolto l’allenamento neuro-cognitivo secondo le modalità sopra indicate. Lo studio si è svolto in tre tempi: T0 fase di reclutamento, T1 conclusione del training, e T2 dopo 3 mesi dal termine del training cognitivo (fase di follow-up).

GRUPPO DI RICERCA

Il gruppo di ricerca che ha effettuato lo studio è multidisciplinare ed è costituito dal Dott. Giancarlo Bertoldi Neurologo, Presidente Brainer s.r.l. (proponente il progetto); il Prof. Rocco Luigi Picci Psichiatra, Professore Aggregato responsabile dell’SPDC dell’AOU San Luigi Gonzaga responsabile scientifico del progetto; il Prof. Mauro Adenzato, Professore Associato afferente al Dipartimento di Psicologia, centro di scienze cognitive Torino; Il Dott. Marco Cavallo M.Sc in neuropsicologia, PhD in scienze cognitive; la Dott.ssa Federica Trivelli Psicologa, Psicoterapeuta in formazione afferente alla SCDU di Psichiatria AOU San Luigi di Orbassano; la Dott.ssa Anisa Sala Psicologa; prenderanno inoltre parte al progetto la Sig.ra Maria sole Del Noce laureanda in Medicina e Chirurgia e la Sig.ra Giuliana Dimilta laureanda in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica.

 

Abstract del lavoro pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Clinical Neuropsychology Journal

Object

Schizophrenia is characterized by significant cognitive deficits on attention, memory, executive function, language and/or sensory motor skills. In addition, patients’ profile is frequently characterized by marked deficits in the domain of social cognition. Cognitive rehabilitation aims has recently become an essential component of the rehabilitation process in schizophrenia. However, to date is not clear whether cognitive rehabilitation impacts positively only on the cognitive deficits specifically trained, or whether the positive effects of rehabilitation training may extend also to other domains such as social cognition abilities. Thus, in the present pilot study, we wanted to see whether an intensive cognitive training, in addition to improving neuropsychological abilities, would also have had an impact on social cognition skills.

Method

Ten patients affected by schizophrenia were randomly assigned to two groups: a treatment group (n = 5) undergoing an intensive computerized cognitive training, and a control group (n = 5) undergoing an unstructured computerized control intervention. A detailed neuropsychological, clinical, functional and social cognition assessment was performed before and after the intervention for all the patients.

Results

A significant longitudinal effect in the treatment group was found for the BACS verbal memory (p = 0.016), and for the comic strip task – non-social (p = 0.032). A trend towards a significant effect was found for the FAB (p = 0.056). Single-case analysis via modified t-test was conducted too. Conclusions: Our preliminary results showed a significant improvement in the cognitive domain after a structured cognitive training. In addition, an improvement in some social cognition abilities was observed too, even if the impact of the cognitive intervention on these abilities was less evident. Implications for further research were discussed.

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