POTENZIAMENTO COGNITIVO DOPO IL COVID-19

Potenziamento cognitivo rivolto a pazienti con conseguenze neuropsichiatriche legate all'infezione da COVID-19


Info


Il progetto coinvolge l'Unità di Ricerca di Psichiatria e Psicobiologia Clinica diretta dal Professore Francesco Benedetti e si svolge in collaborazione con l'Ambulatorio di follow-up post-CoViD-19 coordinato dalla Professoressa Patrizia Rovere Querini". Quest'ultimo rientra a pieno titolo tra i centri in Lombardia per il trattamento dei sintomi da Long-CoViD riconosciuti dall'Istituto Superiore di Sanità (https://www.iss.it/en/web/guest/long-covid-mappa-dei-centri-regionali/-/categories/6800297).

Contenuto


RAZIONALE DEL PROGETTO

Con l’avanzare della pandemia, è stata sempre più riconosciuta la presenza di sequele organiche e neuropsichiatriche intense e persistenti oltre la fase iniziale dell’infezione e della malattia acuta. Milioni di persone in tutto il mondo sperimentano complicazioni ritardate della Sars-CoV-2, tipicamente indicate come “sindrome di Long-Covid”. In queste circostanze, i sopravvissuti all’infezione da COVID-19 presentano un ampio spettro di esiti organici, neurologico e neuropsichiatrici.  Tra i vari e recidivanti sintomi, un’ampia percentuale di casi di COVID-19, sia lievi che gravi, presenta conseguenze neuropsichiatriche (NP), le più comuni delle quali sono la depressione, l’affaticamento intermittente e la cosiddetta “nebbia cerebrale”, con una prevalenza stimata del 20% e del 34% dei sopravvissuti a cui viene diagnosticato un nuovo disturbo neuropsichiatrico rispettivamente tre e sei mesi dopo la guarigione. Precedenti studi condotti dalla nostra unità dimostrano un significativo peggioramento delle prestazioni cognitive nei domini di funzioni esecutive e fluenza verbale, dimensioni in cui le prestazioni dei pazienti sopravvissuti a COVID-19 risultano comparabili a quelle di coorti storiche di pazienti affetti da Depressione Maggiore. Inoltre, un funzionamento cognitivo scadente sembra impattare negativamente sulla qualità della vita e sul funzionamento psico-sociale di questi pazienti.

Tuttavia, abbiamo dimostrato attraverso uno studio preliminare l’efficacia di un programma di riabilitazione di sei settimane supportato da computer nel produrre un miglioramento significativo delle performance cognitive proprio nei domini più compromessi. A tale miglioramento, si associa inoltre un cambiamento favorevole nella qualità della vita di chi aveva completato il programma di training.

OBIETTIVO

implementare un protocollo di rimedio cognitivo effettuato attraverso la piattaforma BRAINER della durata complessiva di sei settimane a pazienti sopravvissuti al COVID-19 che dimostrano un funzionamento cognitivo compromesso alla valutazione ottenuta tramite una batteria neuropsicologica ad hoc. Il training cognitivo prevede due sedute a settimana, delle quali una si svolgerà in presenza e una in remoto, offrendo così un servizio integrato in cui i benefici promossi dall’accompagnamento nello svolgimento degli esercizi da parte di clinici esperti si aggiungono al vantaggio di potersi sperimentare in autonomia nell’esecuzione degli stessi. A seguito del completamento del ciclo di sessioni, verrà effettuata una seconda valutazione neuropsicologica ed uno screening psicopatologico.

Date le premesse di cui sopra, il programma si pone l’obiettivo di promuovere un recupero del funzionamento cognitivo della persona, che dovrebbe accompagnarsi ad un miglioramento del tono dell’umore e del funzionamento psicosociale