Come si sa, l’Unione Europea – complice il progressivo invecchiamento della popolazione – vede crescere di anno in anno il numero di persone a cui viene diagnosticata la demenza. Dunque, ogni Paese ha il compito di agire. Per rispondere a quello che è un problema sempre più incalzante per la società. Riuscire a trovare un modo per alleviare le sofferenze psicologiche delle persone con demenza è, dunque, fondamentale. È in questo contesto che gioca un ruolo fondamentale la pet therapy. 

 CHE COS’È?

La pet therapy, ovvero la terapia  che sfrutta le capacità rasserenanti e rassicuranti di determinati animali domestici nelle cure psichiatriche, ha effetti benefici anche sui malati di Alzheimer. Lo scopo di questa terapia, infatti, è quello di ridurre gli effetti negativi della malattia. E, più in generale, migliorare la qualità della vita e lo stato generale di benessere. In particolare la presenza di animali domestici si riflette positivamente su alcuni parametri comportamentali e cognitivi dei pazienti affetti da Alzheimer ricoverati presso RSA o strutture ospedaliere.

Da un recente studio pubblicato sul “Journal of American Geriatric Society” risulta che gli anziani possessori di animali da compagnia presentano un maggior benessere sotto il profilo psicologico. E una maggior capacità a svolgere le attività della vita quotidiana. Il tutto rispetto ai coetanei che non posseggono animali. Altri studi segnalano effetti favorevoli sotto il profilo cardiovascolare, come una riduzione della pressione arteriosa nei possessori di cani.

La pet-therapy è impiegata in vari contesti con risultati molto soddisfacenti. Alla base della terapia stanno alcuni dati di fatto come che gli animali sono esseri viventi attivi e che interagiscono con gli esseri umani. L’interazione risulta piuttosto facile e ciò permette di fornire compagnia ma anche un supporto emozionale ai pazienti. Viene considerata una co-terapia. Non è una soluzione definitiva. Ma sicuramente la relazione con l’animale può favorire stimolazione sensoriale, motoria, cognitiva ed agire sulla motivazione e il buon umore.

QUALI SONO I BENEFICI?

La pet therapy, che si svolga nell’ambiente domestico o in una RSA, migliora le condizioni degli anziani da un punto di vista sia fisico che psicologico. Dal punto di vista psicologico la presenza di un cane o un gatto aiuta a ridurre gli stati d’ansia. Ed è un toccasana sopratutto per coloro che soffrono di depressione. Dal punto di vista fisico è evidente quanto i cani abbiano bisogno di muoversi. Fare attività fisica con loro anche solo per un’ora al giorno aiuta l’apparato cardio-circolatorio, riduce colesterolo e glicemia ed aiuta ad evitare picchi di pressione alta.

Per i soggetti affetti da demenza senile è molto più semplice instaurare un rapporto con un cane o un gatto. Questo perché la comunicazione con l’animale si basa su gesti e azioni che non hanno a che fare con il linguaggio o la memoria. Competenze spesso compromesse dalla malattia. Inoltre, la relazione positiva che si instaura durante la pet therapy riapre il flusso dei ricordi. Rievocando esperienze passate, vissute con animali o meno, ma comunque serene dal momento che riemergono in momenti piacevoli e colmi di gratificazione e amore.

Come è evidente, gli animali giocano un ruolo fondamentale nella vita degli anziani. E questo ruolo è fondamentale anche dal punto di vista economico. Secondo alcune stime, infatti, i soldi spesi dai padroni per la cura degli animali domestici permettono al Sistema Sanitario di risparmiare fino a 4 miliardi di euro. Questo perchè la pet therapy, riducendo i sintomi di molte patologie, riesce a diventare un terapia quasi sostitutiva dei farmaci.

 

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