Rita Levi Montalcini, nata a Torino nel 1909, è stata un personaggio di spicco del panorama italiano. Non solo medico, ma anche politico e sociale. Durante tutta la vita, non ha mai smesso di dedicarsi allo studio e alla ricerca nel campo delle neuroscienze. Era solita dire che il cervello è l’elemento più importante in un essere umano. La parte restante, il corpo, non è altro che un sostegno. Necessario a far funzionare questa macchina straordinaria che ci rende unici rispetto a tutti gli altri esseri viventi.

Il suo amore per la ricerca la portò ad ottenere il Premio Nobel per la Medicina. Ciò avvenne nel 1986,  insieme al biochimico Stanley Cohen. Le parole scritte per motivare l’assegnazione esprimono bene la portata della scoperta del Fattore di Crescita Neuronale:

«La scoperta dell’NGF all’inizio degli anni Cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos (…)”

LA STORIA DELLA SCOPERTA

La storia della scoperta del Fattore di Crescita Neuronale, si intreccia con la storia della Seconda Guerra Mondiale. Rita Levi Montalcini dovette subire un doppio svantaggio: da un lato era donna, dall’altra era ebrea. Quando nel 1938 vennero introdotte le leggi razziali, fu costretta ad abbandonare il suo piccolo laboratorio di Torino dove aveva cominciato a studiare il sistema nervoso.

Fortunatamente, le sue scoperte arrivarono fino a Victor Hambuger, famoso embriologo dell’epoca, che la invitò a St. Louis, in America, per riesaminare gli esiti dei suoi esperimenti. Hambuger, difatti, studiava gli embrioni di pollo dagli anni ’30. E aveva colto che il cervello non si sviluppava in automatico ma grazie ad un’interazione con le fibre nervose periferiche.

Successivamente, risultò fortuito l’incontro con Elmer Bueker. Il quale stava svolgendo esperimento sull’effetto del trapianto di cellule tumorali di topo (il cosiddetto “sarcoma 180”) in embrioni di pollo. Del tutto casualmente, scoprirono che alcuni giorni dopo nel tessuto tumorale si erano sviluppate fibre nervose. Ma ancora non si riusciva ad isolare ed identificare la sostanza che permetteva la proliferazione delle fibre nervose.

Ed è in questo momento che entra in gioco Stanley Cohen. Riuscì a isolare dalle cellule tumorali una nucleo proteina che era in grado di stimolare la crescita neuronale quando messa in contatto con le cellule nervose in vitro.

IL NERVE GROWTH FACTOR

La molecola proteica identificata era quella che oggi conosciamo come Fattore di Crescita Neuronale, o in inglese, Nerve Growth Factor (NFG). Negli anni successivi si susseguirono prove ed esperimenti, fino ad arrivare alla dimostrazione definitiva che si tratta di un elemento fondamentale per il normale sviluppo del sistema nervoso.

La scoperta ha dato il via alla successiva individuazione di numerosi altri fattori responsabili della crescita dei tessuti cellulari chiamati fattori di crescita. Un intero nuovo gruppo di polipeptidi che sono fondamentali in processi complessi come la proliferazione dei tumori e il continuo sviluppo dell’organismo.

UNA MOLECOLA VITALE 

Nei 70 anni che sono trascorsi dalla scoperta, le ricerche non si sono mai interrotte. Ad oggi, per gli scienziati e i medici è evidente che l’NGF può essere considerato come una molecola vitale o come un “meraviglioso tuttofare”. Difatti, la proteina non entra in gioco solo nella crescita delle cellule nervose. L’EBRI, l’Istituto Europeo per le Ricerche sul Cervello, voluto e presieduto dalla Montalcini, sta portando avanti progetti di ricerca per una possibile terapia per l’Alzheimer e la sclerosi multipla. In Italia si sta sperimentando la molecola anche sotto forma di collirio per curare le ulcere della cornea.

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